27 novembre 1940: nasce Bruce Lee.
All’età di 13 anni Bruce inizio a studiare il Wing Chun con il Grandmaster Yip Man.
Quando nel 1959 si trasferì a San Francisco, Lee iniziò ad interessarsi anche di altre arti marziali, oltre al Wing Chun. Lesse numerosi libri e studiò diversi modi di combattere, focalizzando il proprio interesse soprattutto sulla boxe. Andando controcorrente, Lee preferì quindi, appoggiarsi anche alle arti marziali occidentali, nonostante provenisse da un insegnamento orientale.
Le origini di quello che Bruce Lee chiamava Jeet Kune Do, si hanno nel 1965, quando aveva una palestra ad Oakland.
Allenandosi con James Lee, Bruce continuò a modificare il Wing Chun fino a renderlo differente e denominandolo successivamente, Jun Fan Gung Fu, il kung fu di Jun Fan (il nome cinese di Bruce Lee), un'arte ancora molto simile al Wing Chun.
Egli decise quindi di studiare altre arti marziali, Judo, Ju Jitsu, Karate, Taekwondo, Savate, Muay Thai, Aikido, Silat, Tai Chi, Panantukan e svariati stili di kung fu, e addirittura prese in considerazione la scherma, assorbendo ciò che risultava utile e scartando ciò che non era necessario. Il termine ufficiale fu scelto da Lee nel 1967 dopo un'intensa sessione di sparring con Dan Inosanto. Il continuo processo di evoluzione del JKD culminò quando nel 1970, a seguito di un incidente, costretto a letto, Lee iniziò un'intensa attività di elaborazione filosofica e metodologica. A seguito di ciò si completò la sua filosofia/metodo di stile senza stile, nessun metodo come metodo.
Qual'è l'essenza del Jeet Kune Do
Il JKD è un'arte, scienza e filosofia del combattimento, attraverso un processo di semplificazione, modificazione e aggiornamento di tecniche e principi combattivi appartenenti sia alle arti marziali orientali che agli sport da combattimento occidentali.
Esso promuove il concetto di semplicità, efficacia ed economia delle energie ed esclude la distinzione in scuole e stili. Inoltre, accoglie al suo interno alcuni principi filosofici del Taosimo, Buddhismo Zen, del Maestro indiano Krishnamurti e del Pragmatismo.
« Il miglior combattente non è un pugile, un karateka o un judoka. Il miglior combattente è qualcuno che si può adattare a qualsiasi stile di combattimento».
IL PRINCIPI
Tra i vari principi e attributi espressi nel Jeet Kune Do sintetizziamo di seguito quelli di maggior importanza:
TEMPISMO - Il tempismo è fondamentale per arrivare al bersaglio nel momento giusto, percepire quasi in anticipo le intenzioni dell’avversario e fermarlo appena lui si espone, colpendolo o uscendo dal suo attacco con un disimpegno.
DISTANZA - La padronanza delle distanze nel combattimento permette di controllare il match. Avere l’esatta cognizione di quando l’avversario sia in grado di colpirci con un affondo o sentire quando sta “accorciando” la distanza per preparare un attacco , può invalidare la maggior parte delle sue strategie. In particolar modo permette di sapere quando “i bersagli sono a portata di colpo”.
VELOCITA’ - La tecnica risulta tanto più veloce quanto più è eseguita in economia: bisogna colpire direttamente dalla posizione in cui ci si trova, senza riaggiustarsi e senza inutili caricamenti. Avere movimenti rapidi ed esplosivi permette di prendere l’avversario di sorpresa neutralizzando la sua difesa.
RITMO - Ogni avversario ha il suo ritmo. Imporre il proprio ritmo è un grande vantaggio. I combattenti esperti modificano spesso il ritmo per mettere in difficoltà l’avversario. Un attacco a ritmo discontinuo, facendo pause prima di portare il colpo finale,può risultare molto efficace per sfondare la difesa di un avversario. La padronanza del ritmo, inoltre, permette di fermare l’avversario con lo Stop Hit (colpo d’anticipo).
AGGRESSIVITA’ - Prendi l’iniziativa: chi colpisce per primo colpisce due volte! Metti l’avversario sulle difensive, non lasciargli condurre il ‘gioco’. Devi abbatterlo psicologicamente e fisicamente, colpendolo di continuo, fintando, e approfittando d’ogni suo punto debole. Durante un combattimento bisogna imporsi mentalmente ‘sull’avversario’. Rompi le sue strategie, non permettergli di combattere a modo suo: se gli piace calciare chiudi le distanze, ostruisci i suoi calci e portalo nel trapping-grappling; se gli piace la corta distanza lascialo correre in avanti colpendolo con diretti mentre mantieni la distanza! Prima di perdere con il corpo deve arrendersi con la mente.
CURIOSITA' PER CHI VOLESSE APPROFONDIRE
Lee inoltre raccolse secondo la sua elaborata e sperimentata ricerca i vari modi per portare un attacco ad un avversario in quelle che definì “LE 5 VIE D’ATTACCO”:
1. Simple Direct Attack ( S.D.A.) – Simple Angle Attack ( S.A.A.)
SDA: E’ l’attacco portato con un singolo colpo diretto.
SAA: Questo attacco è sferrato da una angolazione a sorpresa, può essere preceduto da finte e viene spesso introdotto cambiando la distanza con uno spostamento.
2. Attack By Combination ( A.B.C.)
L’attacco con combinazione è dato da una serie di colpi che si susseguono in modo naturale sferrati generalmente da più angolazioni.
3. Hand (or Feet) Immobilizing Attack ( H.I.A – F.I.A. )
Questo attacco prevede l’immobilizzazione dell’avversario per poterlo colpire.
Lap sao, pak sao... catturare la testa, catturare un braccio, una gamba... pestare un piede... legature...
4. Attack By Drawing ( A. B. D. )
L’attacco tramite provocazione può adottare tutti gli altri tipi di attacco e si basa su:
A.Finta: è un movimento che induce l’avversario a credere che stia arrivando un determinato colpo mentre ne arriva uno diverso, inaspettato.
B.Scandaglio: consiste nel colpire per sondare, e osservare/sfruttare la reazione dell’avversario per andare a bersaglio.
C.Apertura intenzionale (invito): si invita l’avversario ad attaccare in un determinato punto, eliminando così l’incertezza circa la sua azione offensiva e la nostra azione difensiva.
D.Provocazione: strategia che consiste nello “stuzzicare” l’avversario con una serie di colpi non definitivi per indurlo a reagire in modo imprudente.
5. Progressive Indirect Attack ( P.I.A. )
L’attacco indiretto progressivo viene eseguito con un unico movimento in avanti, senza arretramento né “ritorno”. Si parte per colpire in un punto e appena l’avversario reagisce si cambia la direzione del colpo. Esempi: diretto al viso che scende al corpo, calcio circolare che diventa frontale, etc...
Dopo la morte di Bruce Lee, l'arte del Jeet Kune Do è passata attraverso diverse fasi. Inizialmente, il suo assistente istruttore Dan Inosanto ha tenuto corsi di JKD per pochi eletti, così come richiesto da Lee. Col passare del tempo, la classe è cresciuta e con l'incremento di interesse per l'arte di Lee i requisiti per imparare il JKD divennero meno restrittivi (probabilmente per scopi commerciali).
Attualmente vi sono due scuole di pensiero distinte di questa affascinante disciplina;
“JKD ORIGINAL” e il “JKD CONCEPTS”.
Nel Jeet Kune Do Original o Jun Fan Jeet Kune Do si studia solo ciò che Bruce Lee aveva elaborato ed insegnato tra il1967 e il 1973 cercando di tramandarlo il più fedelmente possibile. Tra gli allievi di prima generazione atti a preservare e diffondere l'originale arte del jeet kune do vanno inclusi Ted Wong, Bob Breemer, Jerry Poteet .
Nel Jeet Kune Do Concepts si analizza in " chiave jkd " le altre arti marziali , assorbendone tecniche e principi utili in termini di efficacia, integrandole eventualmente al bagaglio tecnico del jun fan gung fu e jeet kune do original. Gli allievi di prima generazione che si sono orientati verso questa visione del JKD sono Dan Inosanto, Richard Bustillo e Larry Hartsell.
Nella Centro I.S.A.M. Ferrara (c/o ASD Cocoon) si segue la “filosofia” del JKD CONCEPTS, che si integra perfettamente con le altre materie\discipline marziali e psicofisiche studiate ed insegnate nella scuola, quali il kali\escrima, close combat, pencak silat, scherma di coltello e il contatto energetico.
Trovo sensato ed interessante per possibili riflessioni in merito, chiudere questo articolo citando una delle più famose frasi scritte di Bruce Lee che racchiude l’essenza del suo lavoro, lasciato purtroppo prematuramente a generazioni future…..
« Io non ho inventato un nuovo stile, non ho composto né modificato ciò che si trova all'interno di distinte forme in "quel" metodo e in "quell'altro". Al contrario, spero di liberare i miei seguaci dall'aggrapparsi a stili, modelli, o forme. Ricordate che il Jeet Kune Do è solo un nome usato, uno specchio nel quale vedere "noi stessi"... Il Jeet Kune Do non è una istituzione organizzata della quale si può essere un membro. O si capisce o non si capisce. Non vi è alcun mistero sul mio stile, i miei movimenti sono diretti, semplici e non classici. La straordinaria forza del Jeet Kune Do risiede proprio nella sua semplicità... Sono sempre convinto che il modo più semplice è il modo più giusto. Il Jeet Kune Do è semplicemente l'espressione diretta dei propri sentimenti con il minimo dei movimenti e di energia… »
Federico Ferrari
Istruttore Multidisciplinare I.S.A.M. Ferrara
A.S.D. Cocoon Ferrara